Al di là del muro
Testo di Martina Marenco
Il paesaggio sfilava dal finestrino un po’ sporco del treno in immagini impossibili da fissare. Un rimescolio di colori vorticanti dipingeva perfettamente il mio stato d’animo. Il susseguirsi di colli lasciava, piano piano, spazio alla città mentre la prepotenza del cemento si contrapponeva alla gentilezza della campagna. L’odore dei freni invase lo scompartimento: destinazione raggiunta. Torino Lingotto anche nei giorni limpidi conserva un’immagine da città industriale, scolorita, un po’ annebbiata. In quel fine settimana ero stata invitata, da una mia amica che non vedevo da tempo, a una fiera sul vivere sostenibile. Ero in un momento particolare della mia vita, messa davanti a un groviglio di ipotesi su quale strada prendere ma senza la più pallida idea sul da farsi. Le giornate si ripetevano un po’ tutte uguali, liste di desideri da spuntare, possibilità da valutare ma nessun chiarore appariva all’orizzonte.
Così quella mattina fredda e grigia, anche se controvoglia, decisi di andare a Torino quasi fossi chiamata dalla sorte.
Su questo rimuginavo mentre oltrepassavo i binari dal ponte sospeso del Lingotto ma i pensieri si sa, spesso sono un turbine senza capo nè coda, tante volte un nulla su cui soffermarsi. Così pensavo spingendo le porte a vetri del padiglione andando incontro alla mia amica. Una hostess gentile mi dà in mano il programma della giornata, il mio sguardo lo scorre velocemente e si fissa su un corso di erbe spontanee commestibili.
Interessante, penso.
Così, all’ora convenuta, mi accoccolo sulla moquette dove questa valchiria con le trecce bionde stava tenendo la conferenza: un fiume di parole, saggezza contadina esposta in maniera divertente. Ci insegna un sacco di aneddoti e, alla fine, si presenta svelandoci il suo lavoro. Di mestiere, questa Giunone delle Alpi, era Guida Ambientale, una di quelle professioni nuove che insegnano a ritrovare il giusto contatto con l’ambiente naturale. Più la guardavo più mi pareva illuminata! Quando le altre persone se ne furono andate restai solo io a sobillarla di domande. Lei gentile risponde a tutti i miei interrogativi, ci scambiamo i contatti e la mia mente inizia a vagare per i suoi sentieri… ma certo, era l’indicazione che aspettavo! Indicazione data da una donna possente, sorridente: una dea benevola del fato!Come può apparire assurdo il concretizzarsi di un pensiero.
Quasi impossibile da credere quello che avvenne sul treno del ritorno…
Appena trovato un sedile vicino al finestrino tirai fuori il telefono dalla tasca scrissi sulla barra di google: corso per guida ambientale Toscaan, scritto così, sgrammaticato. Tempo di caricare ed ecco che appare sul piccolo schermo: “Corso di 600 ore- 80 di tirocinio. Termine iscrizioni, 4 giorni dopo!”
Battito accelerato, che fare?
Una volta a casa telefono alla scuola, prendo un appuntamento, ritorno in Toscana e vado dritta alla sede del corso a Firenze. Pioveva, aprii il mio ombrello dagli spicchi colorati e m’incamminai verso quello che scoprii essere un palazzo severamente rinascimentale. Con un pelo di inibizione entrai e domandai della persona che mi aveva dato l’appuntamento. Mi ritrovo seduta di fronte ad una ragazza gentile dai lunghi capelli mori. Mancavano, a quel punto, due giorni al termine iscrizioni e sentivo come un leggero mal di pancia all’idea di dover scegliere così su due piedi. La ragazza mi spiega come si svolgeranno le lezioni, cosa si farà di pratico, in cosa consisterà l’esame finale e che avrei dovuto scegliere entro la fine del colloquio perché erano rimasti solo due posti!
Due giorni, due posti.
Mi parve coincidere con la casualità che mi aveva portato lì quella mattina piovigginosa. Nella vita, capita che ci sia bisogno di dare retta all’istinto, chiudere gli occhi, fare un respiro profondo e lanciarsi nel vuoto.
Firmai, pagai l’acconto e poi, leggera, presi a passeggiare per la Firenze nascosta di là d’Arno.
Sentierini e case con giardini cinti da alte mura. Ogni tanto un albero, nel suo vestito autunnale, protendeva i suoi rami da quei giardini a me invisibili e faceva bella mostra di sé, apparendomi come grande metafora della scelta che avevo appena fatto.
La bellezza è nascosta e, a tratti, si rivela ma, a ben guardare, è solo questione di attesa: appare nell’inatteso…
Due mesi dopo iniziai il corso e fu un susseguirsi di momenti indescrivibili.
Ancora oggi ringrazio la vita per avermi regalato la chiave della bellezza.
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